Quayola: tra pittura di paesaggio e sculture non finite, un viaggio tra arte e tecnologia
Una riflessione profonda sul futuro delle arti visive, che indaga su come le interazioni creative tra uomo e macchina possano evolversi, esplorando nuovi territori estetici e concettuali. Opere proiettate verso il futuro, che fondono arte, scienza e tecnologia in un dialogo continuo e affascinante.
di Vittorio Zenardi
L’arte di Quayola esplora un confine sfumato tra tradizione e innovazione, portando avanti un dialogo tra uomo e macchina, tra processi artistici classici e tecnologie digitali avanzate. Attraverso i suoi due progetti più emblematici, Landscape Paintings (Pittura di Paesaggio) e Unfinished Sculptures (Sculture non finite), l’artista propone nuove modalità di osservare e interpretare il mondo naturale e il processo creativo. La Fondazione Creativi Italiani, nella stessa ottica di apertura verso il futuro, si prefigge di cogliere al meglio le opportunità positive offerte dalla digitalizzazione, armonizzandole con il contesto sociale e le varie individualità.
Quayola, Pleasant Places, 2015 – Artwork Credits: Quayola
Pittura di paesaggio: la natura attraverso l’algoritmo
In Landscape Paintings (Pittura di Paesaggio), Quayola si ispira alle tradizioni pittoriche del XIX secolo, quando i paesaggisti scoprirono nuovi modi di rappresentare la natura. Tuttavia, qui, l’innovazione risiede nella sua capacità di fondere l’osservazione della natura con avanzate tecnologie digitali e computazionali. Le sue opere riflettono su come la tecnologia stia rapidamente cambiando il nostro modo di percepire il mondo che ci circonda, offuscando i confini tra reale e artificiale, fisico e digitale. La nostra visione collettiva è ormai mediata da processi digitali che migliorano, filtrano e spesso distorcono la realtà. L’artista esplora questa trasformazione con lo stesso spirito dei pittori del XIX secolo, ma si avvale di tecnologie avanzate, come software su misura e algoritmi, per condurre osservazioni dettagliate di fenomeni naturali. Tra i soggetti di queste opere troviamo il comportamento caotico delle onde durante una tempesta, la vegetazione deformata dal vento, le sfumature cromatiche delle fioriture primaverili, i giochi di luce sulle cime montuose e le complessità geometriche delle foreste. Questi elementi naturali diventano veri e propri set di dati che alimentano i dipinti computazionali dell’artista. Il processo è meticoloso e guidato da algoritmi che generano simulazioni pittoriche, calibrate per definire composizioni, colori e forze. Il risultato si concretizza in una serie di stampe digitali e installazioni video immersive, che spaziano da piccoli oggetti intimi a grandi ambienti avvolgenti.
Quayola, Storm #03__K16M2_11057, 2022. Installation view of the exhibition Forze / Vettori / Cromie. Tempeste digitali e moti in espansione, Marignana Arte Gallery, Venice, Italy, 2022. Artwork Credits: Quayola
Sculture non finite: nuove gestualità scultoree
Il progetto Unfinished Sculptures (Sculture non finite) prende ispirazione dai Prigioni di Michelangelo, una serie di sei statute, due delle quali sono finite e si trovano oggi al Louvre a Parigi, le restanti quattro sono state lasciate incompiute, rivelando l’espressività del processo creativo con le figure che sembrano imprigionate nel materiale. Anche in questo caso, però, Quayola va oltre il semplice omaggio alla tradizione. Le sue sculture sono lasciate volutamente incompiute non per riflettere sull’azione dell’artista umano, ma per documentare la logica e l’estetica del processo robotico. In un’epoca in cui sempre più compiti umani vengono automatizzati da macchine, l’artista esplora le nuove relazioni tra uomo e tecnologia, speculando su un futuro in cui le macchine non saranno solo strumenti, ma veri e propri collaboratori creativi. Il progetto inizia con la scansione e lo studio di capolavori scultorei classici, per poi evolversi con la cattura di corpi umani in movimento attraverso complessi sistemi di scansione 3D ad alta precisione.
I corpi in torsione, le forze muscolari dinamiche e le complesse intersezioni delle masse corporee diventano i dati di base per la scultura computazionale. Questi dati vengono poi trasformati in materia fisica attraverso robot industriali che scolpiscono blocchi di marmo di Carrara. Anche se le figure originali non vengono mai completate, i gesti robotici generano nuove articolazioni di geometrie complesse, creando opere che riflettono una nuova estetica scultorea.
Il risultato sono articolazioni scultoree uniche, presentate in marmo, e installazioni robotiche performative in cui i robot scolpiscono nuovi oggetti in tempo reale durante le esposizioni. In queste opere si propone una sorta di “archeologia dei futuri-passati”, dove l’antica arte della scultura si mescola con nuove tecnologie, attraversando il confine tra modello e monumento, corpo e codice, e offrendo una visione ibrida delle possibilità creative future.
Quayola, Hercules and Nessus #A_01, 2022 – Artwork Credits: Quayola – Photo Credits: Laura Veschi
Con Landscape Paintings (Pittura di Paesaggio) e Unfinished Sculptures (Sculture non finite), Quayola ci invita a riflettere sulle dinamiche che governano il nostro rapporto con la tecnologia e l’arte. Se da un lato la natura e i corpi umani continuano a essere soggetti centrali, dall’altro le macchine diventano attori creativi, capaci di esprimere gestualità algoritmica e nuove forme di virtuosismo non umano. Questo equilibrio tra forze opposte, tra reale e artificiale, fisico e digitale, apre nuovi orizzonti per l’arte contemporanea, suggerendo una possibile sinergia tra uomo e macchina, in cui la tecnologia non sostituisce la creatività umana, ma la amplifica e la trasforma. Una riflessione profonda sul futuro delle arti visive, che indaga su come le interazioni creative tra uomo e macchina possano evolversi, esplorando nuovi territori estetici e concettuali. Opere proiettate verso il futuro, che fondono arte, scienza e tecnologia in un dialogo continuo e affascinante.
Immagine in copertina: Quayola, Sculpture Factory: Pluto and Proserpina, 2019
Installation view of the exhibition Asymmetric Archeology – Gazing Machines, How Art Museum, Shanghai, China, 2019. Artwork Credits: Quayola