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Linea, spazio, tempo, colore. Il racconto in fotogrammi nell’arte di Ester Grossi

L’attaccamento alle proprie radici e alle trasformazioni ambientali e paesaggistiche del nostro Bel Paese, fanno di Ester Grossi un’interprete di quella visione che la Fondazione Creativi Italiani ha da sempre nel suo DNA. Basti pensare all’istituzione della Scuola della Terra e della sua Summer School volute fortemente dalla Presidente Vanna Fadini insieme all’ambizioso e innovativo programma dedicato all’Industria 5.0 per supportare le aziende verso una nuova sostenibiltà ambientale.

Linea, spazio, tempo, colore. Il racconto in fotogrammi nell’arte di Ester Grossi Linea, spazio, tempo, colore. Il racconto in fotogrammi nell’arte di Ester Grossi

di Vittorio Zenardi


Ester Grossi è un artista abruzzese che si dedica da anni alla pittura ed ha all’attivo diverse mostre in Italia e all’estero. Vincitrice del Premio Italian Factory 2010 e finalista del Premio Cairo 2012, nel 2011 è stata invitata alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Abruzzo). Come illustratrice ha realizzato manifesti per festival di cinema e musica (Imaginaria Film Festival, MIAMI-Musica Importante a Milano, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto) e cover per album di band musicali (A Classic Education). Collabora frequentemente con musicisti per la realizzazione di mostre e installazioni pittorico-sonore. Alcune delle sue opere nascono dalla consapevolezza di provenire da una zona dell’Italia unica dal punto di vista archeologico e naturale, testimone di una trasformazione industriale, suscitata dalla grandiosa opera di prosciugamento del lago Fucino, alla quale ha saputo coniugare il ricordo delle suggestioni infantili, in cui la Marsica diventava una terra incantata, portatrice di un fascino ancestrale, scaturito da una natura brulla e selvaggia, la stessa che ha emozionato i viaggiatori tra Settecento e Ottocento. Queste suggestioni sono sfociate nella mostra alla Spazio Testoni di Bologna dal titolo Fucinus Lacus dedicata proprio all”altopiano della Marsica, con la volontà di restituire la storia antica e moderna di questo luogo, generando un percorso per immagini, che ricostruisce le tappe di una delle più grandi, e per certi versi devastanti, trasformazioni sociali e paesaggistiche della storia d’Italia. L’attaccamento alle proprie radici e alle trasformazioni ambientali e paesaggistiche del nostro Bel Paese, fanno di Ester Grossi un’interprete di quella visione che la Fondazione Creativi Italiani ha da sempre nel suo DNA. Basti pensare all’istituzione della Scuola della Terra e della sua Summer School volute fortemente dalla Presidente Vanna Fadini insieme all’ambizioso e innovativo programma dedicato all’Industria 5.0 per supportare le aziende verso una nuova sostenibiltà ambientale.



L’artista conferisce al colore il ruolo di scenografia e trama della narrazione mentre è al tratto e alle linee, che definiscono le forme, che l’artista affida il ruolo della sceneggiatura per esprimere le personalità. Ne risultano quindi opere pulite ed equilibrate, fatte di colori pop e immagini sospese tra un surrealismo paesaggistico e un realismo figurativo. Grazie all’attenzione e cura con cui l’artista bilancia la potenza cromatica degli acrilici, la pulizia delle geometrie, si produce nello spettatore, un effetto rassicurante, che riequilibra è dona un affascinante senso di ordine e continuità. Gli studi nel settore del cinema e della comunicazione fanno sì che i suoi progetti non si risolvono quasi mai in un solo dipinto, ma in una serie di opere complementari tra loro, come fossero una pagina o un fotogramma di un racconto più complesso.


Lumen

Per il progetto Lumen, l’artista parte dal tema centrale della luce per rielaborare l’universo grafico e simbolico presente nei dischi-stola a sospensione in lamina di bronzo (inizi dell’VIII – fine del VII secolo a.C.), indossati dalle donne marse con scopo esclusivamente decorativo delle loro vesti e rinvenuti in diverse necropoli della zona. Differentemente dai cosiddetti dischi-corazza maschili, parte dell’ornamento difensivo del guerriero marso, i dischi femminili a decorazione a traforo presentano complesse decorazioni geometriche o geometriche-orientalizzanti dall’evidente significato apotropaico e simbolico. I dischi, legati per ovvie qualità formali, al culto del sole, presentano oltre ad animali fantastici e reali, rappresentati le insidie della vita, elementi decorativi legati al culto della luce (astri, pianeti, stelle, svastiche e dischi solari), della fertilità e alla inevitabile ciclicità della vita. Queste le parole di Ester Grossi La mia ricerca grafica prende spunto dallo studio di questa complessa “cosmologia” antica e si popone lo scopo di riattualizzarla secondo modalità espressive contemporanee, evidenziando, attraverso un uso particolare del materiale pittorico (ontologicamente connesso al tema della luce) e una ricerca formale metà strada tra l’astrazione e la figurazione, l’attualità estetica e comunicativa di tali forme simboliche“.