Lara Almarcegui, l’archeologa del presente
Nei suoi progetti su larga scala provoca un dialogo tra i diversi elementi che compongono la realtà fisica del paesaggio urbano, nella sua costante trasformazione attraverso demolizioni, scavi, materiali da costruzione e rovine contemporanee


di Vittorio Zenardi
I lavori che Lara Almarcegui sviluppa si situano al confine tra rinnovamento urbano e degrado urbano, e rendono visibile ciò che tende a sfuggire all’attenzione generale. Da un lato Almarcegui concentra la sua attenzione su spazi abbandonati e strutture in via di trasformazione; dall’altro indaga le diverse connessioni che si possono stabilire tra architettura e ordine urbano. Il lavoro di Lara Almarcegui pone domande sullo stato attuale della costruzione, dello sviluppo, dell’uso e del degrado di spazi apparentemente periferici rispetto alla città. Nei suoi progetti su larga scala provoca un dialogo tra i diversi elementi che compongono la realtà fisica del paesaggio urbano, nella sua costante trasformazione attraverso demolizioni, scavi, materiali da costruzione e rovine contemporanee. La Fondazione Creativi Italiani da sempre si pone come obbiettivo la rigenerazione di parti di città e di sistemi territoriali con strategie diversificate è finalizzata al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani utilizzando strumenti di intervento concepiti e progettati e attivati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati. L’azione della Fondazione Creativi Italiani supera la tradizionale concezione di “recupero”, “riuso” e “riqualificazione”, adottando un approccio complessivo, multidimensionale e integrativo di più modelli, attivando più livelli di partecipazione da parte degli abitanti e promuovendo forme innovative di partenariato pubblico-privato.

Nella mostra collettiva BITTERSWEET SYMPHONY l’artista ci invita a considerare gli effetti degli esseri umani sugli ecosistemi e allo stesso tempo a fantasticare sulla loro assenza come sintomo ultimo di una catastrofe in divenire, forse anche come “soluzione” al problema. La documentazione di Lara Almarcegui del paesaggio deserto di un complesso industriale a Lleida, destinato alla trasformazione di vari minerali in materiali da costruzione utilizzabili, esplora l’idea di testimoni contemporanei del collasso naturale accanto al ruolo della società nel concepirlo come una responsabilità umana. Anche la Fondazione Creativi Italiani con il progetto “La Scuola delle Terra” voluto fortemente dalla Presidente la Dott.ssa Vanna Fadini mira alla salvaguardia dell’ambiente naturale e antropico attraverso il perseguimento della strategia della Sostenibilità e di quella della Economia Circolare.

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