Che mondo sarebbe senza api?
Preziose ed insostituibili. Le api sono il simbolo della biodiversità. Responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
Preziose ed insostituibili. Le api sono il simbolo della biodiversità. Responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
Cosa sarebbe quindi il mondo se sparissero le api?
La salvaguardia della biodiversità dell’intero pianeta, la produzione alimentare, la mitigazione dei cambiamenti climatici sono solo alcune delle conseguenze positive dovute all’attività di questi preziosi insetti.
Secondo il Report dell’Onu sulla biodiversità anche il 75% delle colture alimentari, che contribuiscono al 35% del volume della produzione agricola globale, dipende dall’azione d’impollinazione.
A questo si aggiunge che diversi prodotti che utilizziamo quotidianamente, e che contribuiscono direttamente al nostro benessere, sono merito del lavoro di questi piccoli e operosi insetti. Ad esempio, il miele, la propoli e la pappa reale sono prodotti dall’Apis Mellifera, la specie più diffusa in Europa. I prodotti apistici e le stesse api ci consentono di avere indicazioni anche sullo stato ambientale e sulla contaminazione chimica degli ecosistemi. Ecco perché questi insetti vengono considerati delle vere e proprie sentinelle dell’ambiente.
Il sacro equilibrio tra biodiversità ed ecosistemi è messo a dura prova anche dallo sfruttamento sconsiderato delle risorse da parte dell’uomo. Infatti, tra i principali fattori che stanno seriamente decimando le api in tutto il mondo ci sono l’inquinamento ambientale, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene come la vespa asiatica e la perdita di habitat dovuta al disboscamento e all’edificazione sfrenata. Oltre naturalmente all’utilizzo massiccio dei pesticidi in agricoltura
Se sparissero dunque, le conseguenze sarebbero devastanti per gli equilibri naturali e per l’economia mondiale. Purtroppo, oggi, i più autorevoli Rapporti internazionali e nazionali registrano già una forte diminuzione delle api native e più in generale degli insetti impollinatori. La situazione è critica. Secondo gli esperti del Center for Biological Diversity le api sarebbero a rischio di estinzione.
Fortunatamente, sembra si stia diffondendo una sensibilità nuova anche tra i cittadini, il fenomeno degli apicoltori urbani, tra gli altri, è in forte crescita. Solo all’interno del Grande Raccordo Anulare di Roma si contano ben 5mila arnie. E la tecnologia supporta anche chi non ha esperienza e le strumentazioni adatte per estrarre il proprio miele. Lo fa, ad esempio, la startup torinese 3Bee grazie alle sue innovative arnie urbane hi-tech. Grazie a sensori e big data l’intervento dell’uomo diventa vitale per le api. È possibile infatti conoscere in tempo reale lo stato di salute delle api all’interno dell’arnia, ottenere dati sul loro operato, massimizzare la qualità della vita e l’efficacia delle cure e, di conseguenza, la produzione del miele.
Anche grandi nomi hollywoodiani come Leonardo Di Caprio e Angelina Jolie stanno dando il loro contributo per la salvaguardia dell’ambiente. Quest’ultima è stata infatti recentemente nominata madrina di Women for Bees, un progetto quinquennale lanciato dall’UNESCO e Guerlain, la società cosmetica francese, per le quali ha prestato il suo volto ad una campagna impressionante che vuole raccontare la storia del delicato equilibrio tra l’uomo e gli insetti impollinatori da cui dipende gran parte del nostro sostentamento.
Guerlain ha contribuito alla formazione e al sostegno di 50 imprenditrici nel settore dell’apicoltura in 25 riserve di biosfera designate dall’UNESCO in tutto il mondo.
L’obiettivo delle imprenditrici è la costruzione di 2.500 alveari di specie autoctone entro il 2025 salvaguardando così 125 milioni di api. Quest’anno saranno formate donne in Bulgaria, Cambogia, Cina, Etiopia, Francia, Russia, Slovenia e Ruanda, insieme ad altre in Perù e Indonesia, e altre si aggiungeranno nel 2022.
Un obiettivo chiave del programma è quello di mettere in risalto la diversità dei metodi di apicoltura locale condividendo il know-how di culture diverse.
Nella riserva della biosfera di Xishuangbanna in Cina, ad esempio, i locali utilizzano arnie fatte con tronchi di alberi caduti chiusi con sterco di vacca per proteggere le api in inverno.
Nella riserva della biosfera di Tonle Sap in Cambogia gli apicoltori allevano gli sciami sopra dei rami inclinati così da rendere più semplice la raccolta del miele senza distruggere le colonie.
L’attrice ha assunto questo nuovo ruolo con entusiasmo e a giugno Angelina Jolie si unirà alle prime 10 “donne per le api” partecipando a un corso accelerato di 30 giorni condotto dagli esperti dell’Osservatorio francese di apidologia in Provenza dove lei stessa intende imparare l’apicoltura per dare l’esempio.