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Alice Pasquini, la street artist che “attraversa” i muri

Partendo da una riflessione sulla trasformazione e il recupero urbano attraverso lo studio di diverse tecniche e la progettazione di opere di arte pubblica vi è una riappropriazione degli spazi, la rivalutazione di luoghi di degrado meno frequentati dalla comunità locale con l’obiettivo di creare luoghi di condivisione e di socialità soprattutto per i giovani. Anche questo aspetto della sua arte si specchia con uno dei temi che sta particolarmente a cuore alla Fondazione Creativi Italiani, ovvero quello della Rigenerazione urbana che metta al centro delle iniziative gli abitanti e le loro esigenze e aspettative

Alice Pasquini, la street artist che “attraversa” i muri Alice Pasquini, la street artist che “attraversa” i muri

Alice Pasquini (Alicè) è nota per le sue opere di street art (lei preferisce chiamarli graffiti) che spesso trattano temi di sostenibilità e rispetto per l’ambiente. I suoi murales decorano molte città italiane e internazionali, sensibilizzando il pubblico sui problemi ambientali attraverso l’arte. Noi della Fondazione Creativi Italiani crediamo che sia fondamentale riuscire a far riflettere su queste tematiche, soprattutto le nuove generazioni, che dovranno essere il propulsore di cambiamenti virtuosi. Per questo la Presidente, la Dott.ssa Vanna Fadini intuendo la necessità di salvaguardare l’ambiente naturale e antropico attraverso il perseguimento della strategia della Sostenibilità e di quella della Economia Circolare ha fatto nascere “La Scuola della Terra” con la sua Summer School. Oggi, in agricoltura, grazie alla ricerca scientifica e alle innovazioni tecnologiche, gli scarti si riutilizzano e si rigenerano divenendo risorse. L’obiettivo, quindi, non è solo quello di ridurre sprechi e rifiuti ma di creare valore aggiunto per l’intera filiera.


 La Treccani ha dedicato alla street artist, illustratrice e scenografa romana, una voce, a conferma dell’importante ruolo che ricopre all’interno del panorama artistico contemporaneo. La sua ricerca varia dalla narrazione della vitalità femminile, lontana dallo stereotipo donna-oggetto, alle installazioni con l’uso di materiali inconsueti. I suoi lavori sono visibili in varie città dove è stata chiamata a realizzare opere pubbliche di committenza statale, tra cui: Sydney, Mosca, Singapore, Amsterdam, Londra, Berlino, Oslo, New York, Buenos Aires, Yogyakarta, Barcellona, Copenhagen, Marrakech, Saigon, Roma e Napoli. Alicè ha intrapreso lo studio dei muri, per capire come attraversarli. «Non mi è mai interessato un muro bianco – dichiara – mi piacciono invece i muri con una storia». Grazie al Festival del Cinema Italiano di Malaga ha realizzato un’opera d’arte urbana in centro città, alle spalle del centro di Arte Contemporanea. Il tema scelto e rappresentato è Malaga come “porta del Mediterraneo” ed è stato sviluppato in collaborazione, tra l’atro, con l’Istituto Italiano di Cultura  e la scuola Dante Alighieri Málaga.


 «Il muro non è una tela, ha una sua storia, un suo contesto dal quale non riesco a prescindere. L’ispirazione nasce proprio da una superficie specifica, da quel luogo specifico perché Oslo non è Mosca, non è Marrakesh e i colori cambiano».


Alicè usa rulli con l’acrilico, facendo delle proporzioni senza proiettore, senza griglia, solo con l’occhio umano, questa capacità tecnica che le ha permesso di realizzare opere in tutto il mondo, anche su tanti piani, servendosi di prolunghe per i rulli e utilizzando lo spray.

Partendo da una riflessione sulla trasformazione e il recupero urbano attraverso lo studio di diverse tecniche e la progettazione di opere di arte pubblica vi è una riappropriazione degli spazi, la rivalutazione di luoghi di degrado meno frequentati dalla comunità locale con l’obiettivo di creare zone di condivisione e di socialità soprattutto per i giovani. Anche questo aspetto della sua arte si specchia con uno dei temi che sta particolarmente a cuore alla Fondazione Creativi Italiani, ovvero quello della Rigenerazione urbana che metta al centro delle iniziative gli abitanti e le loro esigenze e aspettative. In questo senso l’azione della Fondazione Creativi Italiani supera la tradizionale concezione di “recupero”, “riuso” e “riqualificazione”, adottando un approccio complessivo, multidimensionale e integrativo di più modelli, attivando più livelli di partecipazione da parte degli abitanti e promuovendo forme innovative di partenariato pubblico-privato.